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Channel: La Mia Partita Iva » Riforma Fornero
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Effetto Fornero, le partite Iva individuali calano del 13%

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Cominciano a farsi sentire in maniera sempre più marcata gli effetti della Riforma del mercato del lavoro, voluta dal ministro Fornero, nella parte in cui ha reso più stringenti i parametri per individuare le false partite Iva. Le prime conseguenze si sono avute fin dall’estate scorsa quando le nuove norme sono entrate in vigore. E più passano i mesi, più le conferme si fanno lampanti. L’ultima in ordine di tempo arriva dall’Osservatorio sulle partite Iva del Dipartimento delle Finanze che ha reso noti i numeri sulle aperture di nuove posizioni a febbraio del 2013.

 

Posizioni individuali in caduta libera

Quello che salta subito all’occhio è la pesante flessione di nuove partite Iva individuali in calo del 13%. Un dato che fa riflettere sul fatto che la vecchia abitudine di camuffare posizioni di lavoro subordinato sotto la maschera di una falsa partita Iva sta evidentemente segnando il passo. Anche perché sul fronte delle imprese, invece, si registrano segnali di tutt’altro tenore. Le nuove partite Iva che fanno capo a società di capitali sono cresciute dell’8,65%. Un segno di vivacità dovuto anche all’introduzione di una serie di nuove forme societarie che prevedono regimi fiscali e vincoli burocratici più leggeri. Un esempio su tutti quello delle cosiddette Srl semplificate, che permettono l’avvio di un’attività anche con un solo euro di capitale iniziale. Certo, non si può dimenticare la pesante crisi economica, e per questo non sorprende che a febbraio siano state attivate 50.759 nuove partite Iva con una flessione del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2012. Anche questa purtroppo è un’ulteriore conferma che in questo Paese fare impresa o mettersi in proprio come lavoratori autonomi è sempre più difficile.

 

Radiografia delle nuove partite Iva

Entrando nel merito delle nuove posizioni aperte a febbraio, e prendendo in considerazione la distribuzione territoriale, risulta evidente che la crisi è una brutta bestia che colpisce trasversalmente. Certo, resta sempre confermato lo schema secondo cui al Nord si registrano le maggiori adesioni, con il 43,3% di nuove partite Iva, a seguire il Sud e le Isole con il 34% e poi il Centro Italia con il 22,8%. Detto ciò, bisogna fare i conti con cali di nuove iscrizioni che, in maniera analoga dalle Regioni del Nord a quelle del Mezzogiorno, hanno fatto segnare in media valori pari al 10%. Fanno addirittura peggio Liguria, Campania e Calabria con crolli superiori alla media a testimonianza che la crisi non guarda in faccia nessuno a qualsiasi latitudine. A salvarsi sono solo alcune piccole realtà, come il Molise, dove si registra un record di aumento di nuove partite Iva (+20%),  a seguire Valle d’Aosta, Marche e Abruzzo, dove il segno è positivo rispetto al febbraio del 2012. Per quanto riguarda poi i settori di attività, rispetto al 2012 segni positivi arrivano solo dal comparto della ristorazione che fa segnare un +7,9%. Male invece il settore delle professioni e quello delle costruzioni con crolli vicini al 20%. In assoluto, il settore che raccoglie il maggior numero di nuove partite Iva è il commercio con il 24% del totale a seguire edilizia e agricoltura.


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